martedì 17 gennaio 2017

Una mamma sempre (troppo?) presente

Come ho raccontato nel mio post precedente, in questo momento sono una mamma a tempo pieno.
Sono felicissima della decisione presa, e poter dedicare il mio tempo al mio pulcino mi riempie il cuore di gioia, anche se, come già detto, non è stata una scelta facile.
Oltre ai dubbi personali di natura economica e identitaria, nei mesi precedenti al mio licenziamento mi sono scontrata con un muro di pareri negativi.
Molte persone mi hanno esposto la loro preoccupazione riguardo alla possibilità di trovare un nuovo posto di lavoro: alcuni si sono dimostrati preoccupati, altri dubbiosi, altri certi che non troverò più nulla (qualcuno mi ha anche detto che per colpa della mia decisione di lasciare il lavoro dovrò accantonare l'idea di avere, in futuro, un altro figlio).
Ma quello che più mi ha colpito è come la mia necessità di trascorrere del tempo con mio figlio, tempo che non si riducesse alle poche ore serali, abbia lasciato indifferente la maggior parte delle persone con cui ho parlato, anche donne, anche mamme.
E'diventato così comune che una mamma lavori fuori casa tutto il giorno da risultare strano il contrario.
Eppure, fino a pochi decenni fa al situazione era ben diversa. Nel 1965 sono il 17% delle mamme lavorava fuori casa. Grazie poi al boom economico e al movimento femminista la situazione si è pian piano ribaltata, tanto che oggi sono più della maggiornaza le madri, anche di figli molto piccoli, che lavorano fuori casa tutto il giorno.
Faccio subito due precisazioni: non ho nulla contro le madri che, per scelta lavorano tutto il giorno fuori casa, e tanto meno posso biasimare quelle madri che per necessità economiche devono lavorare a tempo pieno per garantire la famiglia.
A tutte loro va tutto il mio rispetto e la mia comprensione.
Ma la crisi economica e la sacrosanta volontà di farsi strada nel mondo del lavoro ci hanno portati ad un punto in cui quello che sarebbe "naturale", ossia che i fligli vengano cresciuti dai genitori, è diventato inusuale quando non addirittura sbagliato. Mi sono sentita ripetere più volte, in questi mesi, che ai bambini non fa bene stare sempre con la mamma, che si attaccano troppo, che la madre va in depressione, che è meglio affidarli al nido perchè crescono meglio e hanno più stimoli..ecc..ecc..
Mi sono trovata a dover difendere la mia voglia di fare la mamma come se fosse una cosa fuori dagli schemi.
E'davvero così impossibile e strano voler coniugare il lavoro e la realizzazione personale con la maternità?
Mi deprime che, nel 2017, in Italia ci poniamo ancora questa domanda.
 


Nessun commento:

Posta un commento