mercoledì 18 gennaio 2017

Piscine da incubo

Da quando Alessandro aveva 3 mesi, freqentiamo un corso di acquaticità per bebè in una piscina della zona.
Io amo l'acqua, amo nuotare, è proprio un elemento che mi nutre sotto ogni punto di vista, quindi mi è sembrato naturale iniziare a intraprendere questo percorso con Ale.
Il corso è gestito da un'insegnante brava, ma un po rigida..grazie al cielo Alessandro non ha mai avuto particolari problemi, e quando ha avuto delle difficoltà io ho fatto comunque come ritenevo giusto, senza ascoltarla troppo.
Alessandro non ama molto fare le immersioni, e ogni volta scoppia a piangere (oltre a bere molto, cosa che gli causa disagio ovviamente!).
Quindi io ho scelto di non badare alle insistenze dell'insegnate ( "Mamma insisti!" "Mamma non fa niente se piange!") e di fargliene fare solo alcune durante la lezione, per dargli la possibilità di abituarsi alla cosa ma senza forzarlo troppo.
Questo è il mio modo di rapportarmi con lui, in tutte le situazioni: io gli propongo le cose, e guardo la sua reazione. Se è pronto per quello che gli sto proponendo procedo, se si dimostra dubbioso faccio piccoli passi verso quello che è il mio obiettivo cercando di creare un'atmosfera positiva, se non è pronto mi fermo. E lo aspetto.
Questo perchè credo in un'educazione basata sull'ascolto e sulla comunicazione, non sull'imposizione basata su dei criteri che spesso non sono tengono conto dell'individualità del bambino.
Credo che ogni bambino abbia i suoi tempi, e sia competente. Basta solo fidarsi di lui e lasciargli spazio.
Durante l'ultima lezione si è inserita nel nostro gruppo la mamma di un bimbo di 15 mesi. Era già venuta a qualche lezione, ma poi a causa dei vari malanni stagionali lei e il piccolo sono stati assenti per un po'.
Appena entrati in acqua il bambino ha iniziato a piangere...e ha continuato fino alla fine della lezione.
Il suo pianto è diventato sempre più insinstente e disperato, inconsolabile. La mamma, poverina, era ovviamente molto scossa, e ha seguito i consigli dell'insegnante: insisti, faglielo fare anche se piange, non portarlo fuori..arrivando persino a togliere il bimbo dalle braccia della madre per cercare di tranquillizzarlo lei (???).
Ho assistito alla lezione con un groppo in gola, e ne sono uscita con il mal di stomaco per il disagio di sentire il piccolo così disperato,e vedere la mamma così mortificata.
Nello spogliatoio ho cercato di confortare un pochino la mamma, che, esausta, ha cambiato il bambino in fretta e furia e se ne è andata.
Commentando con le altre mamme l'accaduto sono rimasta ancora più di sasso: NESSUNA pensava che il metodo adottato fosse sbagliato. Tutte dicevano che, per quanto pesante, la mamma aveva fatto bene a non ascoltare il bambino, perchè "altrimenti non si abitua più!".
Ma perchè mai un bambino di 15 mesi dovrebbe essere costretto ad abituarsi a fare una cosa per la quale non è pronto, o che magari non gli va quel giorno? Non sarebbe stato forse meglio uscire dall'acqua, coccolare il bimbo stando seduti sul bordo, giocare un po' e poi eventualmente riprovare più tardi ad entrare?
Purtoppo spesso sono la sola a pensarla così. E la cosa mi rattrista molto.
Ma guardo Alessandro, e so che sto facendo la cosa giusta, per me e per lui.

2 commenti:

  1. Sono d'accordo con te! Perché mai povero piccolo insistere così? Devono ancora imparare cos'è il mondo..cosa sono loro....ci vuole tempo per tutto e le costrizioni a cosa servono? Brava tu continua così! PS. io avrei già smesso di andare in quella piscina!

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  2. Hai ragione Ely, e ti devo dire la verità, ho pensato seriamente di cambiare struttura. Ma poi mi è spiacuto perchè ho legato con le altre mamme e con i bimbi, quindi ho deciso di restare. Tanto io comunque continuo a fare come meglio credo!:)

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