giovedì 9 febbraio 2017

Come il Buddismo mi ha cambiato la vita

Sono nata portandomi sulle spalle una sacca piena di nodi da sciogliere.
Nonostante non abbia avuto un infanzia infelice, e non mi sia successo niente di particolarmente drammatico, ho sempre portato addosso una forte inquietudine.
Sono stata una bambina ansiosa, solitaria e iper sensibile.
Esistenzialista, oserei dire: ho tenuto svegli varie notti i miei genitori con questioni di cui non riuscivo a liberarmi, come il senso della vita, del dolore e della morte.
Avevo periodi sereni e periodi in cui una nuvola nera si avvicinava alla mia testa e mi scaricava addosso un'ondata di ansia e paura che non sapevo da dove venissero, e che mi paralizzavano.
Mi ricordo di aver pregato Dio perché diluisse tutta quella sofferenza un pochino ogni giorno, invece che concentrarla in quei periodi difficilissimi.
Le mie preghiere sono state esaudite. Crescendo questo malessere si è un pochino mitigato, ma io continuavo a sentirmi sbagliata. Nessuna delle persone vicine a me, per quanto ci provassero, riusciva ad aiutarmi. Non ne avevano la capacità.
Ricordo di essermi rivolta ad uno psicologo, che aveva tenuto un incontro nella mia scuola media, dicendogli che provavo una forte inquietudine che non sapevo gestire: mi ha mi ha risposto che non mi mancava niente che avrei dovuto pensare alle persone più sfortunate di me e smetterla di torturarmi con inutili seghe mentali   ( non erano queste le parole ma il senso era quello).
Ed era quello pensavano tutti: non ti manca niente, perchè sei triste?
La mia famiglia è cattolica, e io sono stata cresciuta secondo i  principi della Chiesa , facendo il classico cammino dei sacramenti e andando a messa ogni domenica.
La religione era qualcosa che faceva parte della vita della mia famiglia, come andare a fare la spesa, ma non ho mai trovato in essa nessun tipo di conforto o ispirazione.
La spiritualità che sentivo dentro non mi sembrava per nulla collegata alla religione che mi avevano insegnato. Poi un giorno, all'Università, studiando Storia del giornalismo, mi è capitato tra le mani un libro di Tiziano Terzani, " Un altro giro di giostra".
Non so cosa mi abbia spinto verso quel libro, ma l'ho comprato subito.
E, quando, qualche mese dopo, mi sono decisa a leggerlo, mi si è aperto un mondo.
E'stato come respirare dopo una lunga apnea.
La spiritualità che sentivo era proprio quella descritta in quel libro. Un sacco di cose completamente nuove e allo stesso tempo cosi famigliari per me erano racchiuse in quelle pagine magiche.

   " Fai della sofferenza la tua medicina
    e non aspettarti una strada senza ostacoli
    senza quel fuoco la tua luce si spagnerebbe.
    Usa la tempesta per liberarti "

Questa filosofia buddista.. cosa era?? Era proprio quello che cercavo.
Ho iniziato a leggere libri sul buddismo, e da allora, dopo più di 10 anni, continuo a leggere e a documentarmi su questa filosofia meravigliosa. Senza rinnegare le mie radici cristiane, senza andare in giro salutando gli altri dicendo "Namaste", ma accostandomi con umiltà a questa saggezza millenaria che tanto ha da insegnarmi.
Una delle vere rivelazioni per me è stata questa: tu non si le tue emozioni. Non sei la tua mente.
Le emozioni vanno vissute e accettate, ma evitando di identificarsi in loro.
Questo concetto, semplice ma del tutto nuovo, mi ha permesso di fare un passo indietro, guardare la mia ansia, le mie paure e la mia sofferenza  come qualcosa che faceva parte di me ma su cui io potevo agire.
Sentendomi un albero, che oscilla quando c'è la tempesta ma non viene sradicato, invece che una foglia continuamente trasportata a destra e sinistra dal vento.
Il cammino di guarigione e crescita che sto percorrendo è ancora molto lungo, il viaggio è appena iniziato.
Ma ora so in che direzione voglio andare, e ho gli strumenti per farlo.

3 commenti:

  1. si vabbè, ma se sei anche una fan di Tiziano Terzani ti sposo. Io ho letto tutti i suoi libri. Anche se il buon Tiziano (perché ci ha lasciato perchèèèè) era contrario a ogni religione, buddismo incluso. Io ho letto molte cose sul buddismo, ma alcune non riuscirei a farle mie... seppur condivido molti aspetti e faccio yoga da anni credo che non riuscirei a diventare buddista a tutti gli effetti, sarebbe come cercare di imbottigliare questa inquietudine (che conosco benissimo) in un barattolo da mezzo litro... capisci che intendo? Anche io sono sempre stata così, credo. Aggiungi una buona dose di incomprensione di mia madre - non per cattiveria eh, aveva già tanti nodi irrisolti di suo e una figlia così difficile da gestire non l'ha aiutata- Ora che mi avvicino ai 40 va meglio, sempre meglio. non tornerei mai indietro ai 20. Il punto è che credo che mio figlio sia come me! è questa la sfida più grande. Un abbraccio

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  2. Mamma mia quanto abbiamo in comune...anche nel mio caso il rapporto conflittuale con mia madre ha avuto molto peso. Anche io sono contraria alle religioni, e come scrivo nel post, non mi reputo per nulla buddista.
    Quello che mi interessa e che mi sta dando tanto è l'aspetto filosofico del buddismo: la visione della vita e della mente che propone mi rispecchia molto.
    Poi, certo, è una strada molto lunga...non basta certo aver letto qualche libro! Ma sento di essere sulla strada giusta, e ho già avuto molto!

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  3. Si è vero,meglio trovare le risposte dentro di sé che in un Dio esterno... TROVARCELE PERÒ ahaha :)) un abbraccio

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